
La più recente mostra al centro d’arte Bozar di Bruxelles utilizza tecniche audiovisive e pittoriche per esplorare l’evoluzione dell’Europa dell’Est da una prospettiva polacca.
Familiar Strangers presenta opere di 13 artisti polacchi e si propone come un incontro tra voci e identità in una regione a lungo considerata culturalmente omogenea durante il periodo sovietico.
Il punto di partenza è una prospettiva di diaspora e eterogeneità culturale nel contesto polacco. Gli artisti dispongono ciascuno della propria stanza in cui sperimentare intrecciando lotte sociali e politiche con storie personali: la mostra include storie di rom, intellettuali socialisti vietnamiti e artisti bielorussi e ucraini in Polonia.

Correlazione tra passato e futuro
La curatrice della mostra è Joanna Warsza, curatrice della città di Amburgo, originaria di Varsavia.
Spiega che la mostra rappresenta l’immagine di un collettivo europeo non violento e multicolore in cui si convive come “estranei familiari” contro la confisca della democrazia. Parla inoltre dell’incertezza e della speranza che si trova attraverso nuovi mondi e guarda “sia avanti che indietro nel passato”; lo afferma Zoë Gray, direttrice delle mostre di Bozar.
La mostra riunisce 49 opere di artisti polacchi, tra cui Jana Shostak, Zuzanna Hertzberg, Janek Simon, Assaf Gruber e Oliwia Bosomtwe.
È parte della stagione Focus on Poland di Bozar, una serie di conferenze, film, arte e musica per celebrare la presidenza polacca del Consiglio dell’Unione Europea.
Foto di Edward Howell da Unsplash