Sciopero di Brussels Airlines dal 23 al 27 marzo e a partire dal 6 aprile. Problemi anche “a terra” nello scalo bruxellese di Zaventem.
Settimane terribili per chi viaggia in aereo usando lo scalo di Bruxelles Zaventem e ha scelto di affidarsi a Brussels Airlines. Scioperano i piloti dal dal 23 al 27 marzo e poi forse di nuovi per quattro giorni dal 6 aprile. Intanto anche muoversi “a terra”, nello scalo dell’aeroporto si fa difficile. Il personale di terra non arriva al lavoro perchè non è stato rinnovato “il pass” per accedere agli spazi sensibili e non accessibili al pubblico.
Gli aerei non prendono il volo…
Chiedono stipendi più alti e migliori condizioni di lavoro. “La compagnia [il gruppo Lufthansa, società madre di Brussels Airlines] sceglie di distribuire gli utili agli azionisti a scapito di migliori condizioni di lavoro per i dipendenti”, ha affermato il membro del sindacato Jolinde Defieuw, come si legge su Belga News. Per la direzione di Brussels Airlines le richieste dei piloti sono irrealistiche e non sembra pronta a negoziare.
… e i lavoratori “di terra” faticano a lavorare…
Ma i problemi dello scalo aeroportuale non si fermano ai piloti e alla loro richieste. Sono almeno 300 i dipendenti dell’aeroporto di Bruxelles-Zaventem che non possono lavorare a causa di un ritardo nell’elaborazione dei controlli di sicurezza. La notizia è data da De Morgen e Het Laatste Nieuws.
Si tratta di 2000 persone circa – tra piloti, personale di cabina, doganieri, personale di controllo delle frontiere, agenti di polizia e addetti ai bagagli – i quali necessitano di un pass di sicurezza per operare in aree sensibili e non accessibili al pubblico dell’aeroporto. Il problema è legato alla procedura secondo la quale iI pass viene rilasciato loro dopo un controllo annuale effettuato dalla polizia federale, dalla Sicurezza di Stato e dall’agenzia di intelligence militare ADIV: di recente un arretrato nell’elaborazione dei controlli ha portato al blocco di centinaia di pass di sicurezza. Insomma, non è stato possibile rinnovarli in tempo.
La maggior parte dei lavoratori colpiti è stata messa in cassa integrazione temporanea o trasferita ad altre funzioni. A fronte di questa situazione, il sindacato minaccia “azioni dure”: non si è disposti a stare a guardare e vedere il personale perdere lo stipendio a causa dell’arretrato.
Foto di Thomas Bormans da Unsplash