Economia belga in affanno tra speranza di miglioramento e molta incertezza: pochi nuovi posti di lavoro e l’inflazione circa il doppio della media Ue.
Colpi regolari all’industria, scarse esportazioni, un mercato del lavoro vacillante, minori investimenti nell’edilizia: i segnali che dimostrano che l’economia belga stia lottando. Eppure, tra tanta speranza di miglioramento, c’è incertezza.
Vrtnws riporta le parole di Pierre Wunsch, governatore della Banca Nazionale del Belgio, il quale si domanda quale sarà l’impatto economico della presidenza di Donald Trump e come reagirà la Cina. Il clima di incertezza lascia il Belgio con fiducia molto bassa: la produzione è così bassa che rientra negli stessi livelli visti durante la pandemia.
Guerra, calo di investimenti, pochi posti di lavoro
Uno dei fattori che blocca il Belgio è la poca disponibilità del gas a buon mercato: Wunsch spiega che uno dei problemi principali è l’alto costo dell’energia. In più, la concorrenza dalla Cina in termini di auto elettriche, di pannelli solari ed energia eolica è molta.
A ciò si aggiunge un calo degli investimenti aziendali: la Banca Nazionale afferma che le aziende in parte incolpano l’incertezza sulle normative e sui permessi in Belgio per la mancanza di investimenti. La difficoltà sta proprio nell’avviare grandi progetti.
La creazione di posti di lavoro è praticamente ferma, così come le esportazioni. Anche in termini di investimenti nell’edilizia le cifre sono desolanti.
Inoltre l’inflazione e l’aumento generale dei prezzi non è diminuita così come si sperava. L’inflazione belga è attualmente circa il doppio della media dell’eurozona: i prezzi dell’energia e degli alimenti sono i principali colpevoli.
Cosa aspettarsi per i prossimi anni?
Tuttavia i capitani d’industria del Belgio si aspettano che l’economia continui a crescere in modo stabile grazie al consumo sano delle famiglie.
Quest’anno si realizzerà una crescita del circa l’1% del PIL, con l’aumento del circa l’1,2 e l’1,4% all’anno.
Anche l’inflazione è di nuovo in calo e potrebbe raggiungere un livello del 2,9% l’anno prossimo, prima di scendere ulteriormente nel 2026.
Nel mercato del lavoro potrebbe esserci una ripresa cauta: circa 90.000 posti di lavoro saranno creati tra il 2025 e il 2027. Il tasso di disoccupazione rimarrà quindi ad un livello “storicamente basso”, circa il 5,6%.
Per quanto riguarda gli investimenti aziendali e nell’edilizia c’è una ripresa in arrivo, ma sarà leggermente inferiore rispetto agli anni precedenti.
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