L’ospedale universitario UZ Leuven è al 44esimo posto nella classifica dei migliori ospedali al mondo. E diventa eccellenza per cura dei tumori infantili.
Una città nella città e per orientarsi anche una mappa come in metrò
Quattro chilometri. Quindici minuti a piedi, pochi di meno in auto nell’ora di punta. Tanto dista il centro di Lovanio, capoluogo della provincia del Brabante Fiammingo nel centro delle Fiandre in Belgio, da Gasthuisberg, uno – il più grande – dei tre campus dell’ospedale universitario UZ Leuven. È una città nella città, un labirinto di vie e incroci, dove il ritmo della cura si intreccia senza soluzione di continuità con la ricerca medica di eccellenza. Trovare l’ingresso principale della struttura ospedaliera non è facile, tra edifici che si connettono e incastrano alla perfezione, collegati da passatoie e sottopassi. Conoscere la lingua locale, il fiammingo, offre poco vantaggio quando si tratta di districarsi tra incroci e rotonde, frecce di percorrenza, parcheggi, fermate per gli autobus e piste ciclabili. Una volta raggiunta l’entrata di Gasthuisberg la situazione si fa di poco più ordinata: dalla hall si snodano sette “strade”, ognuna chiamata con un colore distintivo. Fungono da arterie che collegano tutti gli angoli del campus universitario. È un po’ come seguire una linea metropolitana: percorrere le vie colorate garantisce che pazienti, visitatori e dipendenti non si perdano in una struttura che accoglie giornalmente quasi diecimila dipendenti sanitari, dove ogni anno sono fatte 774 mila visite mediche e trattati almeno 72 mila casi di emergenza, quasi 56 mila operazioni chirurgiche. Raggiungere l’ala est dall’ala ovest necessita di una buona ventina di minuti, camminando con passo veloce.
Numeri che non passano inosservati, alcuni anche da capogiro, quelli dell’UZ Leuven, che si colloca, tra l’altro, al quarantaquattresimo posto nella classifica dei Migliori Ospedali del Mondo del 2024 stilata da Newsweek – nove posizioni dietro il Policlinico Gemelli a Roma ma ben otto posizioni meglio del secondo ospedale italiano nella classifica, il Niguarda a Milano, giusto per fare un confronto tra Belgio e Italia.
UZ Leuven centro di oncologia pediatrica con Gand e Bruxelles?
Un altro traguardo sembra profilarsi all’orizzonte per l’ospedale universitario della città Lovanio, che dal 2027 potrebbe diventare uno dei tre centri (assieme agli ospedali di Gand e Bruxelles) specializzati nel trattamento dei bambini malati di cancro in Belgio.
A pochi giorni dalla Giornata Mondiale della Salute – che si celebra il 7 aprile – si aspetta l’ufficializzazione della notizia dell’accorpamento, ma sulla necessità di unire competenze e risorse il ministro federale della Sanità Frank Vandenbroucke non lascia spazio a dubbi. È la stessa ricerca medica, d’altra parte, a dirci che un ospedale debba effettuare almeno un centinaio di diagnosi di cancro infantile all’anno per garantire un livello adeguato di competenza nel trattamento dei tumori infantili, i quali sono spesso forme di cancro raro e il cui trattamento richiede ricerca, innovazione, esperienza e competenza specifiche – attualmente disperse, in Belgio, tra sette ospedali con reparti di oncologia pediatrica ai quali si possono rivolgere i familiari dei bambini una diagnosi di cancro. I numeri ci dicono che si tratta di circa 400 casi all’anno (tra parentesi… in Italia il numero è molto maggiore, almeno 1.400 nuovi casi annui, e numerosi sono anche gli ospedali che dispongono di reparti oncologici. La Rete di riferimento europea sul cancro pediatrico ERN PaedCan conta tra i suoi membri dodici ospedali distribuiti tra una manciata di regioni italiane, ma non se ne incontra nessuno una volta passata Roma).
La concentrazione di esperienza e risorse in centri oncologici pediatrici di eccellenza, giustificata dal fine di garantire trattamenti e terapie specificamente mirati ai tumori infantili, pone problemi non marginali, tra i quali accesso alle cure per i bambini nelle aree remote e svantaggiate o in famiglie economicamente fragili. Nel progetto belga è previsto che i tre ospedali di eccellenza siano collegati a centri satellitari, designati dalle entità federate, affinché l’assistenza ai bambini sia fornita il più vicino possibile alla propria abitazione.
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