App contro le molestie e le violenze sessiste: 130.000 utenti in 15 paesi. Ora è disponibile anche a Bruxelles (oltre che a Liegi).
Dopo Liege, Bruxelles: è attiva anche nella Capitale belga l’applicazione App-Elles per contrastare le molestie di strada. Sviluppata nel 2015 dall’associazione no-profit francese Resonantes, l’app è già stata adottata con successo in diverse città europee. A Liege App-Elles è già stata introdotta nel 2022.
L’app è disponibile gratuitamente in circa 30 paesi, sia su App Store che Google Play.
Come funziona?
L’app è semplice da usare e offre diverse funzionalità per proteggere le persone, che sono poi principalmente donne, dalle molestie:
- Allarme rapido: in caso di molestia, l’utente può attivare un allarme che invia automaticamente un SOS ai servizi di emergenza e a una rete di amici o familiari preselezionati.
- Geolocalizzazione: l’app registra la posizione in tempo reale dell’utente, facilitando l’intervento delle autorità in caso di necessità.
- Raccolta di prove: l’app permette di registrare audio e video delle molestie subite, fornendo alle vittime materiale utile per sporgere denuncia.
- Condivisione di informazioni: l’app fornisce informazioni utili sulle molestie di strada, sugli strumenti di difesa disponibili e sulle procedure per sporgere denuncia.
Un problema diffuso e sottovalutato
In Belgio, come in molti altri paesi, le molestie di strada sono un problema diffuso e preoccupante. Secondo un recente studio, circa nove donne e ragazze su dieci hanno subito molestie sessuali in luoghi pubblici belgi. Tuttavia, le denunce sono ancora poche, spesso a causa dell’onere della prova che grava sulle vittime e della difficoltà di raccogliere prove sufficienti.
App-Elles: un passo avanti nella lotta contro le molestie
App-Elles rappresenta un passo avanti importante nella lotta contro le molestie di strada. L’app facilita la denuncia di questi episodi, fornendo alle vittime un supporto concreto e immediato. Inoltre, la raccolta di dati e informazioni attraverso l’app può contribuire a sensibilizzare sul problema e a promuovere interventi di prevenzione.
Foto di Daria Nepriakhina da Unsplash