Manifestazione dei sindacati pensionamenti
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Le pensioni belghe sono davvero a rischio? Oggi i sindacati stanno agendo in difesa dei diritti pensionistici.

I cinque partiti che negoziano un nuovo governo federale vogliono risparmiare sulle pensioni: una grande riforma è inevitabile, dice il formateur Bart De Wever.
Insegnanti e personale della NMBS temono di dover lavorare più a lungo per pensioni più basse.

Le pensioni saranno tagliate e per quella definita la pensione più bassa le persone dovranno lavorare più a lungo e più duramente: questo è il filo conduttore dei piani pensionistici del futuro governo federale: lo afferma Ann Vermorgen, presidente del sindacato cristiano ACV, su vrtnws.

I 3 principali sindacati stanno oggi intraprendendo azioni su larga scala contro questi piani.
Si vuole evitare che questo governo tagli le pensioni: vorrebbero risparmiare 3 miliardi di euro.

Ancora non è chiaro quale e come avverrà la riforma: sarà molto profonda a lungo termine, lo accerta il Formateur Bart De Wever agli ospiti alla festa di Capodanno del suo partito lo scorso fine settimana. Si reputa tutto ciò necessario: il costo di una popolazione che invecchia sta aumentando di 3,4 miliardi di euro all’anno; non accadrà che qualcuno di 20 anni oggi abbia gli stessi diritti pensionistici dei funzionari con incarichi a vita.

I nazionalisti fiamminghi N-VA, insieme a democratici cristiani CD&V, socialisti Vooruit, liberali francofoni MR e Les Engagés stanno ancora negoziando una riforma delle pensioni. Se rispetteranno la scadenza autoimposta del 31 gennaio, verremmo a conoscenza delle misure precise imposte entro allora.

Negli ultimi mesi sono trapelate diverse versioni del cosiddetto Super Memorandum di De Wever: da ciò si può già dedurre molto. I partiti stanno considerando di far lavorare le persone più a lungo prima del diritto ad una pensione minima: il pensionamento anticipato e la disoccupazione di lunga durata non si conterebbero più per accumulare diritti pensionistici.

Oggi, lunedì 13 gennaio 2025, i sindacati stanno scendendo in piazza principalmente per insoddisfazione riguardo a ciò che il governo intende fare con le pensioni dei funzionari (inclusi gli insegnanti): alcuni benefici a cui hanno diritti probabilmente verranno eliminati.

Si parla di una pensione posticipata di due anni, 42 invece di 40: si dovrà lavorare di più per accumulare una pensione completa.
Inoltre, ci sarà un calcolo differente per la pensione: dal 2040 le pensioni saranno calcolate sulla base del reddito medio di tutta la vita lavorativa; al momento le pensioni per i funzionari sono basare sul salario degli ultimi 10 anni di carriera, il che garantisce una pensione più alta.

Foto di Antonio Cansino da Pixabay

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Redazione
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