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Oggigiorno, l’inglese sta colmando il divario linguistico in una regione in costante cambiamento, internazionalizzata e vincolata da regole rigide.

Il multilinguismo in Belgio

La diversità linguistica a Bruxelles è in aumento vertiginoso: questa è stato riflesso nel Barometro delle Lingue della Vrije Universiteit Brussels (VUB) per anni. Inoltre, i residenti si stanno sempre più rivolgendo all’inglese, poiché è la seconda lingua più parlata dai belgi e dagli internazionali.

Questa lingua era tendenzialmente parlata dai residenti più giovani di Bruxelles, che lo apprendono attraverso la scuola o i media e lo usano nella loro vita sociale, ma ora viene utilizzato anche tra le generazioni più anziane: lo afferma il ricercatore della VUB Mathis Saeys a The Brussels Times.
“L’inglese sta guadagnando importanza come lingua comune, utilizzata in combinazione con il francese, l’olandese e occasionalmente un’altra lingua per colmare il divario”: dichiara Saeys.

La tendenza di utilizzare l’inglese non si limita a Bruxelles: cifre rilasciate da https://languageknowledge.eu mostrano che questa sta diventando la lingua più parlata in Belgio: tra i 15 e i 34 anni, più del 60% ha “buone o ottime conoscenze” di inglese.

La legislazione linguistica

Nel 2024 sono state registrate 104 lingue diverse a Bruxelles, ma questo sottostima la realtà: i dati si basano su un piccolo campione di 1.600 persone su oltre un milione di abitanti, il che significa che centinaia di altre lingue sono parlate a Bruxelles.

Secondo il filosofo Philippe Van Parijs, il problema non è quello della diversità linguistica, bensì il fatto che questa non vada di pari passo con il multilinguismo che manca a Bruxelles; si percepisce cosi una tensione tra la realtà attuale e la legislazione linguistica.

La legge linguistica belga attuale, che risale al 1966, regola l’uso delle lingue nelle questioni amministrative. La legge stabilisce che le lingue ufficiali della regione sono l’olandese e il francese, e tutte le amministrazioni di Bruxelles devono comunicare e offrire servizi in entrambe le lingue. Il principio che legittima la legislazione è che ogni cittadino ha il diritto di essere servito nella propria lingua aveva senso quando la maggior parte dei residenti di Bruxelles erano begli, francofoni o olandofoni, non ha tanto senso nell’attualità: lo osserva Van Parijs.

L’ultimo barometro ha mostrato che il 30% degli adulti nella regione non sono parlanti nativi di olandese o francese e che, circa il 15% (150.000 persone) ha solo un livello di conoscenza elementare di queste due lingue: c’è un enorme divario tra legislazione/principi e la realtà attuale a Bruxelles.

L’inglese diverrà quindi lingua ufficiale?

L’uso crescente dell’inglese ha a lungo alimentato dibattiti sull’intrecciarlo nel tessuto amministrativo della regione.

Un cambiamento sta avvenendo ufficiosamente: alcuni comuni stanno traducendo le pagine dei loro siti web, il che è tecnicamente una violazione della legge. Schaerbeek ha persino iniziato a offrire servizi municipali in inglese ai residenti che non parlano francese o olandese.

Nel frattempo, l’operatore di trasporti pubblici di Bruxelles STIB comunica nella lingua ufficiale, nonché in inglese. Le autorità sia a livello nazionale che regionale stanno utilizzando l’inglese come mezzo di comunicazione più neutrale: esempi sono la piattaforma federale Tax-on-Web e le varie agenzie di Bruxelles come perspective.brussels e visit.brussels.

Il dibattito include la questione di rendere l’inglese una lingua amministrativa ufficiale a Bruxelles. Tuttavia, è necessario un’adattamento della legge linguistica, il che è una competenza federale. Il ministro uscente di Bruxelles per il Multilinguismo Sven Gatz (Open VLD) ha ripetutamente richiesto questo adattamento.

Saeys dubita che diventerà una lingua ufficiale, ma riconosce che “l’inglese giocherà sempre più un ruolo come lingua comune, creando una flessibilità nella combinazione delle lingue.”

Quali sono i progressi?

Van Parijs ha aggiunto che rendere l’inglese una lingua ufficiale è praticamente irrealizzabile: potrebbe significare che tutti i nomi delle strade sarebbero scritti non solo in olandese e francese, ma anche in inglese. Lo definisce assurdo. Aggiunge inoltre che olandese e francese dovrebbero essere le lingue da prioritizzare.

Viene messo in dubbio il ripensamento delle leggi linguistiche e il fatto che debbano concentrarsi esclusivamente sull’inglese: non sarebbe giusto che alcuni cittadini debbano avere di essere serviti nella loro lingua madre e altri no. Ciò evidenzia la necessità di abbandonare il principio, aprendo così la porta a un tipo diverso di legislazione basata sul pragmatismo. Secondo Van Parijs, le regole rigide dovrebbero essere rilassate per incoraggiare l’uso di tutte le lingue.

“Dovrebbe essere possibile parlare spagnolo, tedesco o turco se sia la persona che offre un servizio sia la persona che lo richiede parlano quelle lingue. Gli impiegati che parlano arabo, ad esempio, non dovrebbero nasconderlo, ma usarlo.” Nelle varie zone di polizia di Bruxelles, questo è stato messo in pratica dal 2009: gli ufficiali sono incoraggiati a superare i test linguistici con un bonus.

Van Parijs ha spiegato che la riforma probabilmente diventerà una realtà in modo dal basso verso l’alto: ci saranno piccole evoluzioni e la creazione di una normalità o di un senso comune. Infine, la mentalità sarà pronta per un cambiamento della legge tanto necessario.

Foto di Leonhard Niederwimmer da Pixabay

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Redazione
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