
Cinque anni dopo che il Belgio ha senza successo annunciato misure sanitarie severe, è preparato in caso di una nuova crisi sanitaria.
La pandemia ha causato circa 35.000 decessi confermati legati al covid in Belgio, molti dei quali avrebbero potuto essere prevenuti se le autorità fossero state preparate al meglio.
Secondo uno dei principali virologi del Belgio, Steven Van Gucht, il Belgio non sarà mai pronto completamente a gestire un’altra pandemia. Lo definisce un tipo di disastro naturale, dichiarandolo a The Brussels Times.
Nel 2020, Van Gucht è diventato una delle principali autorità belghe per guidare il paese attraverso la crisi nelle conferenze stampa ufficiali, parlando come portavoce inter-federale del Covid-19. Era ben voluto dal pubblico belga per le sue spiegazioni chiare e il suo approccio pragmatico alle situazioni difficili, ma cercava sempre di concludere con una nota positiva.
“Non si può biasimare nessuno, poiché non c’era qualcuno preparato ad una situazione di questa portata: sarebbe però un peccato se non avessimo imparato nulla da quel periodo”, dichiara. “Dobbiamo tenere conto che le cose andranno di nuovo male. Non possiamo controllare tutto, ma siamo obbligati a essere meglio preparati. E penso che, in una certa misura, lo siamo.”
Da un lato, il sistema sanitario belga è evoluto dopo e a causa del Covid-19. Dall’altro, diverse commissioni parlamentari hanno analizzato la risposta del paese e fatto raccomandazioni per il futuro.
Preparazione generica
I sistemi di monitoraggio sono migliorati: durante il Covid è stato introdotto il monitoraggio delle acque reflue, che continua ogni settimana in oltre 30 stazioni. Si sta guardando anche all’influenza e altri virus.
Il governo sta lavorando da tempo su piani migliori. Esiste un piano di preparazione genetica che non riguarda solo come affrontare i virus, ma cerca piani anche per l’influenza. Essendo un piano generico, può essere applicato a qualsiasi crisi sanitaria. Ciò che mancava durante la pandemia era esattamente un piano di gestione: il Belgio aveva da poco attraversato una riforma statale.
Il Belgio ha anche implementato una legge pandemica che fornisce un quadro su chi prenderà le decisioni in caso di una nuova minaccia pandemica. La legge stabilisce che il Ministro della Salute e altri ministri possono dichiarare una crisi sanitaria, ma il Parlamento deve ratificarla entro due settimane.
Ora, al contrario di prima, esiste anche anche una legge sulla qualità dell’aria interna, votata in risposta alla pandemia di Covid-19. Tuttavia, c’è ancora molto lavoro da fare.
Inoltre, il Belgio ha creato scorte nazionali, per esempio di mascherine, ma anche di alcuni medicinali.
La preparazione per le crisi del passato
A livello europeo, sono state create e migliorate varie iniziative: è stata istituita l’agenzia europea HERA per rispondere a una crisi sanitaria, l’ECDC ha ricevuto un mandato più forte e più risorse e la sorveglianza europea è stata rafforzata.
Un’altra lezione imparata dalla pandemia è stata quella di migliorare la mancanza di coordinamento internazionale: tra cui dati, sorveglianza e misure per i viaggi. L’Europa sembra avere un mandato migliore in questo ambito.
Tuttavia, dobbiamo stare attenti: se dovesse colpirci la prossima pandemia, potrebbe essere completamente diversa dal Covid-19..
“Ogni virus porta con sé le sue sfide e vulnerabilità,” ha detto Van Gucht. Bisogna quindi prepararsi in modo generico; non si può controllare o gestire tutto. Non si possono nemmeno risolvere tutti i problemi, bisogna tuttavia fare il possibile.
Foto di Mario Hagen da Pixabay